giovedì 22 agosto 2013

PS3 a fine carriera? Minima spesa,massima resa!


Allora, uomini e donne d’anima Nerdosa, siete pronti per Playstation4?
Per i malati che popolano “questo mondo che ci è ostile, rovinato dalla droga” l’attesa sarà già a mille, e non mi stupirei del contrario: è gente che appena ne ha sentito parlare ufficialmente ha lasciato una nuvoletta di polvere nel punto dove li vedevi seduti un secondo prima, una sagoma nella porta e via di prenotazione violenta.
Mi ritengo ovviamente parte integrante nonché fomentatore di questo sistema malsano.
Beh fatto sta che giocando con la mia ragazza l’altro giorno mi sono reso conto che per una ragione o per l’altra, tipo che aveva di meglio da fare, cose serie come studiare e crearsi un futuro invece di cazzeggiare da brava cicala come i sottoscritti, in giro c’è pieno di gente che questa generazione di console attuali l’ha saltata a pié pari, ma proprio totalmente.
No, seriamente.
E dato che molti si affacceranno solo adesso al mondo PS3 approfittando del prezzo-basso-fisso della console ormai a fine carriera e di un parco giochi usato che noi giocatori sciagurati e delapidatori di pecunia ce lo sognavamo, ecco un breve compendio del risparmio, una raccolta di titoli più o meno celebri/celeberrimi/famigerati che hanno fatto questi otto (occristo sono già otto?!) anni di storia video ludica recente.




RATCHET&CLANK – ARMI DI DISTRUZIONE
Quando ancora lavoravo in negozio, per quanto fossero passati anni dall’uscita, questo era uno di quei titoli che consigliavo praticamente a tutti, e tutti lì a tornarmi in negozio per ringraziarmi, neanche l’avessi fatto io.
Tutti, tranne un pirla che giocava solo a Manhunt. Ma vabbè, son casi umani.
Il connubio tra platform e sparatutto in Armi di Distruzione è qualcosa che rasenta la perfezione.


Dopo la nascita della serie, avvenuta una dozzina d’anni fa su PS2 e proseguita per altri 2 capitoli (più un Gladiator che anche se non c’era non moriva nessuno), il Lombax e il suo logorroico socio di scorribande robotico sbarcano su PS3 nel 2007 e fanno piazza pulita.


Un’avventura spaziale, è proprio il caso di dirlo, spingerà Ratchet ad esplorare decine di pianeti e a potenziare il proprio arsenale di armi assudrde, alla ricerca di quel pusillanime cazzone del Capitano Quark e intenzionato a salvare l’universo dalla minaccia dei Cragmiti, guidati dall’imperatore Tachyon, i soliti mostrilli classicamente brutti ma con un conto in banca da paura e una smania di conquista che neanche Mignolo col Prof (Prof-Prof).
Corredato da scene d’intermezzo fatte come Pixar Dreamworks comanda (che va bene tutto, ma non esageriamo dai), questo Ratchet&Clank vomita divertimento, adrenalina, azione e comicità su giocatori di tutte le età (ma i grandi si divertono di più).


Coloratissimo e veloce, Ratchet&Clank-Armi di Distruzione è uno di quei pochi giochi di nuova (ormai passata?) generazione che non dura un pomeriggio a tempo perso, bensì longevo senza risultare mai stancante, e tra oggetti da raccogliere, armi nascoste, sfide nell’arena e percorsi da sbloccare ti ritrovi a finirlo per la seconda volta e a non averne ancora minimamente abbastanza.
Si trova al modico prezzo di 10/15 euro usato, sulla baia probabilmente ve lo tirano dietro.


PER QUANTO RIGUARDA IL SOTTOSCRITTO
Numero di partite completate:
 8 di sicuro, che poi ci rimani male e lo vuoi re iniziare subito.
Livello di assuefazione/coinvolgimento: 9
Voto globale: 9






UNCHARTED 2 – IL COVO DEI LADRI
Senza se e senza ma senza arte né parte non sono capace di stare a guardare senza esaltare questo autentico capolavoro, come cantava quel burino di Pappalardo, o poco ci manca.


 Serie nata sulla generazione attuale, e sulla stessa giunta ad un terzo capitolo molto meh con una perla per console portatile davvero notevole, ha dato il meglio di sé con il secondo titolo della serie, questo Uncharted 2-Il Covo dei Ladri (dove incredibilmente non c’è nessun “covo dei ladri”, grazie ennesimo traduttore ad minchiam italica) è la perfetta fusione fra il mondo del cinema e quello video ludico, quello che per intenderci Hideo Kojima non è riuscito a fare col suo Metal Gear Solid 4 Ma Per Favore, un “gioco” che oltre alla peculiarità di spacchettare la michia al giocatore coi suoi interminabili filmati pieni di nulla non aveva da offrire, quindi se ve lo steste chiedendo NO, non lo troverete in questo listone, ma torniamo a noi.


Il motore grafico utilizzato, creato appositamente per sfruttare al massimo le potenzialità di PS3, era già nel 2009 qualcosa di meraviglioso, tanto che anche oggi può permettersi di mandare a letto senza cena molti titoli attuali, schiaffi dietro le orecchie e pedalare, grazie.


Ma quel che colpisce, la vera forza di Uncharted 2 sono principalmente la storia e i personaggi: il cacciatore di tesori Nathan Drake, protagonista della serie ed erede videoludico del miglior Indiana Jones, fuso alla figaggine del miglior Bruce Willis d’annata, è il protagonista perfetto per un titolo action, ma un titolo action come non se n’erano (se ne sono?) mai visti.



Il gioco è una sequela interminabile di situazioni ad alto tasso d’adrenalina,  fughe a rotta di collo, inseguimenti catastrofici, nemici sempre più forti, un’I.A. infida e bastarda (a livelli avanzati), battute e battutacce, scoperte, cacce al tesoro, enigmi da risolvere, il tutto visto con ottica cinematografica: per tutto lo svolgimento della trama ci si sente protagonisti di un film, più che di un gioco, divertendosi ed appassionandosi via via a un personaggio più azzeccato dell’altro, ed esaltandosi dieci volte di più che con un qualsiasi action movie (parola!)
La versione collector (una scatola in metallo, due cartoline e pedalare) costa ancora sui 30 euro in negozio, si consiglia caldamente o l’usato della versione normale (17) o l’acquisto diretto su internet, che tanto hanno tutto e ci scappa il prezzo-miseria.


PER QUANTO RIGUARDA IL SOTTOSCRITTO
Numero di partite completate (offline): Almeno una quindicina tutte…
Livello di assuefazione/coinvolgimento: 9
Voto globale: 9






BURNOUT PARADISE – THE ULTIMATE BOX
Allora, questo prendetelo con le molle, non perché sia un brutto titolo (anzi!) ma perché il mio giudizio potrebbe essere LEGGERMENTE di parte in quanto io e i giochi di guida andiamo d’accordo come Beppe Grillo con qualsiasi altro essere vivente che non sia Beppe Grillo che non sia d’accordo con Beppe Grillo.
Certo ho giocato i miei Gran Turismo (annoiandomi a morte), ho divorato qualche Forza Motorsport (siamo più o meno sempre lì) e dopo diversi altri tentativi falliti ho capito: mi piace lo sfacelo ignorante.


Dell’epoca PS2 ricordo con amore Burnout Revenge, e questo Paradise di Criterion me lo sono goduto non alla grande, di più.
Una città completamente libera da girare e devastare, sfide ad ogni incrocio, gare sferraglianti per le strade di Paradise City con gli AC/DC a dettarti i tempi, salti che Hazzard impallidisce e si vergogna, macchine da vincere, tempi da battere, roba sbloccabile in ogni dove, e il tutto con l’inconfondibile stile Burnout,


ossia scaraventando le auto rivali fuori strada procurando incidenti a catena che danno quella soddisfazione che, purtroppo, non puoi toglierti mai la mattina quando vai al lavoro e ti trovi davanti quel coglione col macchinone che va ai 30 km/h e tu sospetti sempre che in fondo è perché ti vuole male o solo perché ha il cappello.

Perché Ultimate Box? Perché il gioco è uscito nel 2008, e a parità di costo conviene buttarsi a pesce su questa seconda edizione che racchiude tre espansioni uscite successivamente e , oltre a nuove auto, permette di fare tutto quello sopracitato anche in sella a una due ruote.


Mica male davvero.
Il tutto al modico prezzo di…se lo trovate usato a 12 euro è già un furto. Fate voi.
NOTA: Da questo mese è disponibile “gratuitamente”su PS Plus (nel senso che si, gratuitamente se hai il PS Plus, al costo di 50 bombe annuali, che comunque ripagano appieno il servizio con una valanga di giochi gratuiti: credetemi, conviene) NEED FOR SPEED MOST WANTED, sempre di Criterion.


Dice, cosa c’entra? C’entra perché nonostante il brand sia un altro, in mano a Criterion è diventato smaccatamente unBurnout Paradise 2.0, con qualche aggiustatina qua e là, con qualche fuga dalla polizia in più e qualche moto in meno.
A voi la scelta, se pensate di abbonarvi al PS Plus forse confine scaricare questo.
Scaricate. Come se non ci fosse un domani.


PER QUANTO RIGUARDA IL SOTTOSCRITTO
Numero di partite completate (offline): Non esiste, non si finisce mai di correre e madonnare. Mai.
Livello di assuefazione/coinvolgimento: 9
Voto globale: 8






STREET FIGHTER 4 / SUPER STREET FIGHTER 4
Ryu, Ken, qulla sagoma di Mr.Bison, Blanka che piace tanto a chi non sa giocare seriamente, i cosciotti da cottimista di Chun-Li, la zazzera antigravitazionale di Guile: Street Fighter è tornato di prepputtenza su questa generazione e si riprende il posto che merita nell’olimpo  del picchiaduro, diventando di bottE il top di gamma dell’intera categoria.


LEGGI: IL MIGLIOR PICCHIADURO DI QUESTA GENERAZIONE. PUNTO.
Grafica 3D e gameplay su due dimensioni come tradizione e Dio stesso vogliono (che l’EX Plus Alpha aveva già fatto fin troppi danni), il gioco sa essere tecnico e allo stesso tempo abbordabile da ogni tipo di giocatore, che dal canto suo dovrebbe perlomeno dedicare un po’ di tempo per conoscere a fondo uno o più personaggi per risultare minimamente competitivo. E ripaga.




ECCOME se ripaga.
Normale o Super? Perché star lì a guardare il capello, cosa cambia?
Beh cambia che dalla prima (già di suo ecceziunaleveramente) versione alla seconda siano stati aggiunti 10 personaggi tra nuovi e ripescati dal passato della serie, si sia visto il ritorno dei bonus stage (la rottamazione preventiva dell’auto, quei fottuti barili che piovono dall’alto), l’aggiunta un’ultra combo in più per ogni personaggio così non si fa torto a nessuno, e ovviamente l’inserimento di qualche modalità in più, anche se in fondo sempre di prendersi a mazzate sui denti in allegria si tratta, quindi a conti fatti la seconda è già un compromesso migliore, anche perché essendo uscita pure la versione Ultra, queste ovviamente puntano al ribasso come ridere.


Nei negozi girano anche le ORRENDE versioni Essentials, se siete minimamente amanti dell’estetica sputateci sopra e andate o di usato, o direttamente su Amazon, e anche qui con 10 euro vi portate a casa un pezzo di storia. Fate vobis, ma fate.


PER QUANTO RIGUARDA IL SOTTOSCRITTO
Numero di partite completate (offline): Più infinito
Livello di assuefazione/coinvolgimento: 9
Voto globale: 9






HEAVY RAIN
Ok, qui siamo in zona credenti.
Nel senso, all’uscita del titolo di Quantic Dream, Heavy Rain ha diviso il pubblico, ma proprio spaccato in due, brutalmente. Soprattutto perché chi si aspettava un gioco c’è rimasto di merda e ancora non l’ha mandata giù.
Heavy Rain è un film, non meniamola tanto.


Un film, un bellissimo ed intricato lungometraggio che tocca lo spettatore nel profondo e non solo lo immerge in un duro mondo realistico (passate il termine), ma gli permette di decidere liberamente lo svolgimento della storia tramite infinite opzioni di scelta, tanto che una piccola variabile ad inizio avventura può portare a finali completamente diversi.


Lo spettatore/giocatore/insomma il tizio col pad in mano prende il controllo di 4 personaggi diversissimi tra loro (un padre di famiglia, un investigatore privato, un agente dell’FBI e una giornalista) e sviluppa le rispettive vicende che vanno ad intrecciarsi e legarsi a filo doppio, ognuna votata alla risoluzione dell’enigma dell’Origami Killer, assassino seriale di bambini. Il bastardo va ammazzato.


Migliaia le variabili in gioco, centinaia le scelte da fare, 18 i finali possibili, in quanto un personaggio può sopravvivere o morire a seconda delle scelte fatte in qualsiasi momento, portando lo svolgimento della vicenda su binari completamente diversi ogni volta.


Non consigliato, di più, un titolo imperdibile soprattutto per chi vuole vedere il videogame con occhi completamente nuovi.
NOTA: Uscito nel Febbraio 2010, nell’ottobre dello stesso anno si è pensato bene di farne uscire una versione per Playstation Move, vale a dire il celebre dildo monotesticolare (cit.) che nelle fantasie di Sony doveva fare concorrenza alla Wii. Crediamoci.
Le due versioni non cambiano di una virgola (anche quella normale dopo l’aggiornamento permette l’utilizzo del Move) quindi andate tranquilli, una o l’altra fa lo stesso, con una dozzina di euro nel regno dell’usato o in rete fate la vostra comoda spesa.

PER QUANTO RIGUARDA IL SOTTOSCRITTO
Numero di partite completate (offline): 4 e mezza, anche perché poi la storia è lunga, e i finali sono tanti, oh…
Livello di assuefazione/coinvolgimento: 10
Voto globale: 9


Chiudiamo così questa prima parte, anche perchè di carne al fuoco ce n’è parecchia e di prima scelta (anche se usata).
Avrei voluto ficcarci dentro titoloni di punta tipo MASS EFFECT o CALL OF DUTY: MODERN WARFARE, ma magari se ne riparla, anche perché lì potrebbe entrarci un discorsone sulle trilogie che ciao, non finisce più.
Per ora Buona spesa gente, e come dice l’amico Prazzo, “non spendete più di 50 euro”… per tutto però!

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